In questo articolo presento alcune informazioni utili sui dischi SSD che Apple ha proposto nei suoi Mac dal 2010 in poi e sui connettori proprietari utilizzati sulle schede logiche. Se possibile, inoltre, fornisco info su performance ed eventuali possibilità di upgrade di questi dischi.
Per Info & Preventivi su upgrade SSD e assistenza Apple contattatemi: 393.593.35.22 | assistenza@informaticanapoli.com
Ultimo aggiornamento: Agosto 2024
Indice
- Primi connettori proprietari apparsi su MacBook Air 2010
- Uno storico delle versioni SSD di Apple
- Generazione 1: MacBook Air (Late 2010 – Mid 2011)
- Generazione 2
- MacBook Pro (Mid 2012 – Early 2013)
- iMac (Late 2012 – Early 2013): la novità del Fusion Drive
- MacBook Air (Mid 2012)
- Generazione 3
- MacBook Air (Mid 2013 – Early 2014)
- Mac Pro (Late 2013)
- MacBook Pro (Late 2013 – Mid 2014)
- iMac (Late 2013 – Late 2015)
- Mac mini (Late 2014)
- Generazione 4
- MacBook Air 11 – 13 (Early 2015 – Mid 2017)
- MacBook Pro (Early 2015 – Mid 2015)
- iMac (Late 2015)
- Generazione 5
- MacBook Pro (Late 2016 – Mid 2017)
- Altre Generazioni
- iMac Pro (2017)
- Mac Pro 2019 e 2023
- Mac Studio 2022 e 2023
- Si possono upgradare i dischi di un Mac Studio?
Primi connettori proprietari apparsi su MacBook Air 2010
Quando Apple pubblicò la sua prima unità a stato solido “blade” nella versione di fine 2010 del MacBook Air, essa utilizzava ancora la consolidata tecnologia di interfaccia mSATA, ma abbandonò i tradizionali fattori di forma SATA e mSATA presenti nella maggior parte dei laptop in quel momento, optando invece per un’unità a stato solido “blade”.
Questo disco utilizzava un connettore personalizzato (custom) che non è mai stato utilizzato da nessun altro produttore di hardware, ne prima ne dopo.
Con il MacBook Air del 2010, Apple ha quindi iniziato una nuova tendenza nello sviluppo di connettori e form factor proprietari, che alla fine hanno pervaso l’intera gamma Apple e hanno inaugurato un’era di unità che, sebbene facilmente sostituibili, non erano così facili da trovare sul mercato.
Molte persone pensano erroneamente che i connettori siano una delle varianti M.2 presenti in molti PC, ma in realtà Apple non ha mai utilizzato un connettore M.2 standard.
E, a differenza delle disposizioni dei pin su connettore M.2, ai connettori Apple non sono mai stati assegnati nomi distintivi, quindi da questo punto in poi possiamo riferirci ai connettori semplicemente tramite la disposizione dei pin, come descritto nell’immagine seguente.
Uno storico delle versioni SSD di Apple
Generazione 1: MacBook Air (Late 2010 – Mid 2011)
Per le versioni di fine 2010 e metà 2011 del MacBook Air 11″ (modello A1370) e del MacBook Air 13″ (modello A1369), il desiderio di Apple di ridurre al minimo l’altezza del già super sottile MacBook Air originale, ha reso necessario il passaggio a un’unità ancora più sottile.
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Invece di utilizzare un SSD SATA da 2,5″, come visto nel resto delle linee di prodotti Apple, o anche l’SSD da 1,8″ presente nel MacBook Air originale prima versione del 2008, Apple è passata ad un’unità personalizzata ancora più sottile.
Questa unità di “Generazione 1” utilizzava un connettore proprietario da 6+12 pin, ma contemporaneamente utilizzava ancora un’interfaccia mSATA III limitata a 6 Gb/s; la stessa limitazione delle altre linee di prodotti rilasciate durante questo periodo.
Case produttrici importanti come Samsung e Toshiba, hanno prodotto gli SSD di prima generazione di Apple, ma notoriamente le unità Toshiba hanno sempre mostrato prestazioni significativamente peggiori rispetto alle loro controparti Samsung.
Entrambe le unità hanno funzionato secondo le specifiche richieste da Apple, ma gli stessi MacBook Air che montavano le unità Samsung, eseguivano letture e scritture molto più velocemente, a circa 1,5x-2,0x la velocità delle loro controparti Toshiba: un netto vantaggio, esclusivo purtroppo solo di alcuni lotti fortunati MacBook Air (una minoranza).
Una brutta storia: Apple sembra aver comunque imparato da questa svista, e le generazioni successive di SSD non hanno mai più visto una distinzione così ampia tra le unità di diversi produttori.
Generazione 2
La seconda generazione di SSD Apple ha visto l’espansione delle unità stile blade nei laptop MacBook Pro e nei desktop iMac.
Le unità Gen. 2 erano più veloci della generazione precedente, ma utilizzavano ancora l’interfaccia mSATA III, avvicinandosi finalmente al rendimento massimo consentito dalla specifica SATA III.
Le unità Gen. 2 erano caratterizzate dall’uso di due unità nettamente diverse;
- l’unità Gen. 2A più corta e più larga utilizzata nei computer MacBook Pro e iMac, e
- l’unità Gen. 2B più alta e sottile utilizzata nei MacBook Air.
Entrambe le unità Gen. 2A e 2B utilizzano la stessa interfaccia mSATA 3 e lo stesso tipo di connettore 7+17 pin.
Nonostante l’uso di connettori e interfacce identici, le unità non sono realmente compatibili perché lo spazio assegnato in ciascun computer semplicemente non è progettato per adattarsi all’altro tipo di unità.
MacBook Pro (Mid 2012 – Early 2013)
Con l’uscita del primo MacBook Pro con schermo “Retina”, nel lontano 2012, Apple ha iniziato a includere gli SSD standard nella linea MacBook Pro, ed infatti l’unica interfaccia del dispositivo di archiviazione è il singolo connettore SSD 7+17 Pin.
Gli SSD Gen. 2A utilizzati da questi portatili MacBook Pro erano offerti con capacità da 128 GB, 256 GB, 512 GB e 768 GB e prodotti da Samsung e da SanDisk.
Entrambi i laptop MacBook Pro da 13 “e 15” utilizzano le stesse unità ed entrambi gli MBP possono avere una qualsiasi delle quattro capacità SSD installate.
Note:
- Su questo modello di Mac è possibile installare un adattatore M.2 ed un disco M.2 standard (Crucial o Samsung i più compatibili). Tuttavia, l’uso di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere il Mac instabile e potrebbe causare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati nonché problemi con BootCamp di Windows.
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iMac (Late 2012 – Early 2013): la novità del Fusion Drive
Gli iMac di fine 2012 e inizio 2013 avevano una disposizione piuttosto diversa, con un tradizionale standard HDD SATA III da 3,5 pollici, ma la versione di fine 2012 ha presentato anche il Fusion Drive.
Il Fusion Drive di Apple abbina un disco rigido tradizionale di capacità maggiore con un’unità a stato solido di capacità inferiore, offrendo molti dei vantaggi prestazionali di un SSD, ma in un pacchetto più conveniente dal punto di vista economico, almeno ai tempi in cui veniva proposto poiché i supporti SSD erano ancora molto costosi sul mercato.
Il sistema operativo mostra all’utente le due unità come una singola unità, ma dietro le quinte ottimizza l’archiviazione dei file in modo che i file che richiedono un accesso più frequente e i file che ottengono i maggiori vantaggi da tempi di lettura rapidi vengano archiviati sull’SSD, mentre la maggior parte dei i file vengono memorizzati sull’HDD.
Per utilizzare gli SSD più veloci di Apple nella configurazione Fusion Drive, le schede logiche dell’iMac ora includono il connettore SSD proprietario da 7+17 pin di Apple, oltre ad uno dei due connettori SATA III presenti negli iMac precedenti, consentendo di installare qualsiasi combinazione di SSD SATA e disco blade Apple.
Note:
- Non è obbligatorio utilizzare l’SSD che fa parte della disposizione originale Fusion Drive quindi, se lo si desidera, le due unità possono agire indipendentemente l’una dall’altra: ad esempio si può benissimo decidere di installare un comune disco SSD classico da 2.5″ al connettore SATA, ed ignorare il disco blade Apple, disattivando di fatto il Fusion Drive.
Il connettore SSD può utilizzare qualsiasi opzione Gen. 2A (128 GB, 256 GB, 512 GB o 768 GB), mentre il connettore SATA può ospitare qualsiasi HDD o SSD SATA da 3,5″ o da 2,5″ (come nel caso dei classici SSD SATA commerciali).
Indipendentemente da come l’iMac era originariamente configurato, sia l’iMac 21.5″ che l’iMac 27″ del 2012-2013 avevano sempre il connettore 7+17 Pin presente sulla scheda logica, rendendo possibile un aggiornamento dell’ SSD blade sia con un disco Apple originale sia con una combinazione con un adattatore M.2 + disco M.2 commerciale (Crucial, Samsung, ecc.).
Note:
- l’uso negli iMac di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere l’iMac instabile. Inoltre potrebbe causare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati e BootCamp di Windows.
- Per chiunque abbia intenzione di aggiornare il proprio iMac che non era originariamente configurato con un SSD blade, va notato che sebbene il connettore sia presente, manca l’unica vite che fissa l’SSD.
MacBook Air (Mid 2012)
Come accennato in precedenza, le unità Gen. 2B hanno un fattore di forma diverso, ma utilizzano la stessa interfaccia e connettore delle loro controparti Gen. 2A.
Le velocità di lettura/scrittura 2B sono notevolmente più lente, probabilmente a causa di vincoli ingegneristici derivanti dall’ingombro ridotto delle unità 2B.
Un altro probabile risultato dei vincoli tecnici è l’assenza di un’opzione da 768 GB.
Samsung e Toshiba hanno prodotto le unità Gen. 2B, disponibili nelle opzioni da 64 GB, 128 GB, 256 GB e 512 GB, tutte intercambiabili nelle versioni di metà 2012 del MacBook Air 11 “(modello A1465) e del MacBook Air 13” (modello A1466).
Generazione 3
Con le unità Gen. 2 era chiaro che la limitazione di 600 MB/s di mSATA non avrebbe consentito ulteriori aumenti di velocità, quindi la prossima generazione di unità Apple ha iniziato a utilizzare un’interfaccia PCIe 2.0 x2, apportando gli aumenti di prestazioni più sostanziali per l’epoca.
Le prestazioni variano notevolmente a seconda della combinazione di dispositivo, capacità e produttore, ma le configurazioni Gen. 3 più veloci possono funzionare a più del doppio della velocità delle unità Gen. 2 più veloci.
La terza generazione ha visto anche un consolidamento del connettore utilizzato, con quasi tutte le unità di terza generazione compatibili con tutte le versioni di computer Apple da metà 2013 a metà 2015. Naturalmente si applicano alcune eccezioni; in particolare il MacBook Air e l’iMac 21.5″.
Non solo gli SSD sono compatibili tra i diversi dispositivi, ma i diversi computer condividono infatti le stesse identiche unità.
Gli SSD sono stati prodotti da Samsung, SanDisk e Toshiba e gli stessi part number di produzione sono stati trovati sulle unità recuperate da diversi modelli di computer.
Sembra che Samsung abbia aggiunto finali univoci (/0A2, /0A4, /0A6, ecc.) alle unità utilizzate in dispositivi diversi, ma tutte le unità utilizzano lo stesso controller flash ed i nostri test hanno mostrato una differenza di prestazioni pari a zero tra loro.
Le unità a stato solido Gen. 3 hanno tutte lo stesso fattore di forma (che chiameremo Gen. 3A), ad eccezione dell’SSD da 1 TB (Gen. 3B) che ha la stessa lunghezza, ma circa il doppio della larghezza.
Tutte le unità Gen. 3 utilizzano lo stesso connettore a 12+16 pin e condividono tutte un’interfaccia PCIe 2.0 x2, ad eccezione dell’SSD Gen. 3B da 1 TB che ha un’interfaccia PCIe 2.0 x4, probabilmente a causa delle dimensioni fisiche maggiori dell’unità che consente per minori vincoli ingegneristici.
C’è un’altra unità che vale la pena menzionare, più per curiosità che per altro, ma in quel periodo c’era anche un rarissimo SSD da 768 GB incluso in alcuni iMac.
Condivide lo stesso fattore di forma Gen. 3B e l’interfaccia PCIe 2.0 x4 dell’SSD da 1 TB e ha velocità di lettura e scrittura comparabili.
Sembra che questa unità sia stata gradualmente eliminata non molto tempo dopo che Samsung ha iniziato a produrla, ed è poco disponibile sul mercato.
Tutte le unità Gen. 3 utilizzano la tecnologia AHCI, ma molti dei computer forniti con unità Gen. 3 supportano anche SSD NVMe, consentendo aggiornamenti alle unità NVMe di generazione successiva.
Note:
- Anche questa generazione è sostituibile con adattatori M.2 e dischi M.2 standard. Tuttavia in alcuni casi l’uso di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere il Mac instabile. Inoltre potrebbe causare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati e BootCamp di Windows.
MacBook Air (Mid 2013 – Early 2014)
Come con i precedenti laptop MacBook Air, sia i laptop da 11 “che 13” utilizzavano tutte le stesse unità, che includevano capacità da 128 GB, 256 GB e 512 GB, lasciando dietro di sé l’opzione minima da 64 GB, trovata nei precedenti MacBook Air.
È interessante notare che, mentre le unità sono tutte limitate ad un’interfaccia PCIe 2.0 x2, le schede logiche del MacBook Air supportano tutte PCIe 2.0 x4, aprendo teoricamente la possibilità di aggiornare alle unità a quattro canali più veloci della Gen. 4.
Note:
- Anche con questi MacBook Air è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard. Tuttavia in alcuni casi l’uso di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere il mac instabile. Inoltre potrebbe causare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati e BootCamp di Windows.
Mac Pro (Late 2013)
Questa la progettazione e commercializzazione di questa versione di desktop Mac Pro (chiamato “Cilindro” oppure “cestino della spazzatura” negli USA) ha comportato grandi cambiamenti e novità nei dispositivi di archiviazione.
Il Mac Pro di fine 2013 è stato infatti il primo Mac Pro a disporre di un’unità a stato solido standard, sicuramente il primo ad utilizzare nativamente l’archiviazione PCIe e, con sgomento di molti utenti esperti, è stato il primo a supportare un unico dispositivo di archiviazione interno, cosa molto strana considerando il target di utenza e utilizzo di un prodotto del genere.
Il Mac Pro supporta tutte le capacità (128 GB – 1 TB) degli SSD Gen. 3, ma originariamente includeva unità con dissipatori di calore fissati con un adesivo termoconduttivo estremamente resistente, come mostrato nella seguente foto:
Questo dissipatore non è indispensabile: infatti durante molti interventi di upgrade effettuati in laboratorio, abbiamo installato tranquillamente unità fino a 2TB con adattatore M.2 e senza nessun dissipatore: le temperature non sono mai salite neanche con test più pesanti. Nella prossima foto un Mac Pro 2013 con un disco Samsung M.2:
La scheda logica del Mac Pro presenta le stesse limitazioni dei laptop MacBook Air, supportando una connessione PCIe 2.0 x4, consentendo prestazioni migliorate con le successive unità a quattro canali.
L’nMP supporta anche gli SSD NVMe e può essere aggiornato ad alcune unità Gen. 5 quando si esegue macOS 10.10.3 o successivo.
Note:
- Anche con questo Mac Pro è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard. Trovate un articolo che mostra un esempio di upgrade QUI.
MacBook Pro (Late 2013 – Mid 2014)
I MacBook Pro di fine 2013 e metà 2014, supportano tutte le caratteristiche delle unità di terza generazione: tuttavia proprio come i MacBook Air dello stesso periodo, mentre le unità sono tutte limitate ad un’interfaccia PCIe 2.0 x2, le schede logiche del Mac supportano invece dischi PCIe 2.0 x4, consentendo maggiori velocità in caso di upgrade con dischi più performanti.
I MacBook Pro supportano anche il protocollo NVMe e, come i Mac Pro, richiedono macOS 10.10.3 o successivo.
Note:
- Anche su questi Mac è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard. Tuttavia in alcuni casi l’uso di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere il Mac instabile. Inoltre potrebbe causare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati e con il BootCamp (Windows).
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iMac (Late 2013 – Late 2015)
L’iMac da 21,5″ veniva originariamente fornito con un HDD SATA da 1 TB, un’unità Fusion da 1 TB (SSD da 128 GB e HDD SATA da 3,5″ da 1 TB) oppure un SSD autonomo da 256 GB (nominato anche Flash Disk).
L’iMac da 27″ offriva lo stesso Fusion Drive da 1 TB dell’opzione standard, con aggiornamenti opzionali a un Fusion Drive da 3 TB (SSD da 128 GB e HDD SATA da 3,5″ da 3 TB) oppure un SSD autonomo, con capacità da 256 GB, 512 GB o 1 TB.
Dato che gli iMac hanno uno spazio libero relativamente ampio all’interno, almeno rispetto al resto delle linee di prodotti Apple, non dovrebbe sorprendere che tutte le capacità delle unità siano supportate sia negli iMac da 21,5″ che da 27″.
Come con la generazione precedente, l’iMac da 27″ includeva sempre il connettore PCIe sulla scheda logica, ma, a differenza delle versioni precedenti di iMac, l’iMac da 21,5″ includeva il connettore PCIe solo se originariamente configurato con un Fusion Drive o un SSD autonomo quando ordinato durante l’acquisto.
Note:
- Se al momento dell’acquisto non è stato selezionato un Fusion Drive, sulla scheda dell’iMac c’è solo uno spazio vuoto (nessun connettore, solo piste vuote) dove ci sarebbe stato il connettore PCIe, e non c’è alcun modo di aggiungere il connettore alla scheda… a meno di sostituire l’intera scheda logica.
- Gli iMac da 21,5″ e 27″ del 2013 | 2014 supportano solo connessioni PCIe 2.0 x2.
- Tutti gli iMac di quest’epoca supportano NVMe, ma l’aumento di velocità è più limitato negli iMac da 21,5″ e negli iMac da 27″ 2013 | 2014, dove l’interfaccia a due canali funge da collo di bottiglia;
- Su questi iMac è possibile un upgrade del disco meccanico SATA con un SSD standard oppure, se presente lo slot PCIe, si può installare un disco M.2 standard con adattatore. Tuttavia in alcuni casi l’uso di un adattatore M.2 con un disco M.2 standard, può rendere l’iMac instabile e potrebbe dare problemi di incompatibilità con sistemi più aggiornati e BootCamp di Windows.
Mac mini (Late 2014)
Il Mac Mini commercializzato a fine 2014 è stato il primo Mac mini a supportare le unità a stato solido blade di Apple, ma il suo spazio interno estremamente limitato richiedeva una soluzione unica per collegare l’unità blade alla scheda logica.
Invece di disporre di un connettore PCIe da 12+16 pin sulla scheda logica (come sugli altri Mac), a cui si collegava direttamente l’SSD, il Mac mini ha posizionato l’SSD sul retro del supporto in plastica del disco rigido, a lato della scheda, con un cavo flessibile per collegarlo alla scheda madre.
Questa soluzione forse è stata concepita per il design del Mac Mini che in questo modello non permette di avere grandi spazi dedicati ai supporti.
Il cavo flessibile ha il connettore femmina da 12+16 pin su un lato ed un connettore mezzanino femmina da 40 pin, che si collega al connettore maschio da 40 pin sulla scheda madre.
Da notare che questa è stata la prima e l’ultima volta che Apple ha utilizzato questo tipo di connettore, così piccolo, per le connessioni PCIe: non è mai accaduto successivamente su altri modelli.
Il connettore PCIe è presente sulla scheda, indipendentemente dalla configurazione di archiviazione inizialmente ordinata: quindi è possibile aggiungere un SSD PCIe a tutti i Mac mini di fine 2014, anche in un secondo momento, acquistando l’apposito flat di connessione che mostro nella seguente foto:
Note:
Se il Mac mini non è stato originariamente configurato con un Fusion Drive o un SSD autonomo dalla fabbrica, sarà quind necessario acquistare il cavo flessibile per poter aggiungere successivamente un SSD.
La scheda madre del Mac mini supporta solo un’interfaccia PCIe 2.0 x2, e supporta quindi un aggiornamento agli SSD NVMe: tuttavia ma come nel caso dell’iMac da 21,5″, l’aumento di velocità è solo un modesto 10-15% a causa del collo di bottiglia PCIe a due canali.
Anche su questi Mac è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard sul canale PCIe: tuttavia nella maggior parte dei casi, considerata la limitazione di performance e i costi dei dischi PCIe, forse è più conveniente sostituire il disco meccanico SATA da 2.5 con un SSD SATA standard.
Generazione 4
Con il rilascio dei primi laptop MacBook Air e MacBook Pro all’inizio del 2015, Apple ha presentato la sua quarta generazione di SSD blade.
La Gen. 4 includeva alcune variazioni, ma per la maggior parte fu nuovamente utilizzata in tutte le linee di prodotti dell’epoca, e rimase persino bloccata con lo stesso connettore da 12+16 pin trovato nelle unità Gen. 3, rendendo le unità Gen. 4 un’ottima opzione per aggiornare i dispositivi precedenti.
Le unità Gen. 4 utilizzavano tutte un’interfaccia PCIe 3.0 x4, ad eccezione dell’unità utilizzata nel MacBook Air 11″ che utilizzava una versione più recente (Gen. 4C) delle unità PCIe 2.0 x4 presenti nella generazione precedente.
Ci riferiremo alle unità Gen. 4 da 128 GB, 256 GB e 512 GB come Gen. 4A e all’unità più grande da 1 TB come Gen. 4B, simile all’unità Gen. 3B da 1 TB della generazione precedente.
La generazione 4 ha portato enormi aumenti di velocità rispetto alle controparti della generazione 3, con velocità di lettura e scrittura che sono circa il doppio di quelle della generazione precedente.
Tutti i laptop e i desktop rilasciati durante questo periodo, potevano utilizzare la connessione PCIe a quattro canali, ma solo pochi modelli selezionati potevano sfruttare i vantaggi della tecnologia PCIe 3.0.
Per i dispositivi che supportavano una connessione PCIe 3.0 all’SSD, le velocità di lettura e scrittura erano più che raddoppiate.
Nel complesso, la quarta generazione di unità a stato solido ha rappresentato un altro enorme passo avanti nella tecnologia e nelle performance.
Quindi questa volta gli SSD sono stati prodotti esclusivamente da Samsung, ad eccezione del drive Gen. 4C del MacBook Air da 11″ che è stato prodotto da Toshiba.
Le unità Samsung sono comunemente indicate con l’identificatore del loro controller flash, soprannominato UBX o, come è stampato sull’unità, SSUBX.
Questo è un modo semplice e veloce per identificare le unità Gen. 4 dalle unità Samsung Gen. 3 che hanno SSUAX stampato sulle etichette.
MacBook Air 11 – 13 (Early 2015 – Mid 2017)
Il MacBook Air 11″ di inizio 2015 è stata l’ultima versione del formato laptop da 11 pollici e, sebbene la maggior parte dell’hardware abbia visto solo miglioramenti incrementali, gli SSD erano radicalmente diversi dalla generazione precedente ed unici tra le unità Gen. 4.
Queste unità, che possiamo distinguere come Gen. 4C, utilizzano ancora l’interfaccia PCIe 2.0, ma espansa da due a quattro canali PCIe e, soprattutto, sono tra i primi SSD Apple ad utilizzare un’interfaccia NVMe più performante.
E sebbene utilizzino la stessa disposizione e fattore di forma da 12+16 pin, il loro firmware li rende incompatibili con i precedenti laptop MacBook Air.
Le nuove unità SSD presentano ora il marchio “Apple” anziché il nome del produttore terzo, sebbene i chip flash sull’SSD chiariscano che Toshiba e SanDisk siano i produttori.
Dal lato della scheda logica, il MacBook Air 11″ 2015 utilizza la stessa interfaccia PCIe 2.0 x4 presente nelle versioni precedenti e può anche utilizzare le più comuni unità PCIe 3.0 Gen. 4A, sebbene limitate alle velocità PCIe 2.0.
Infatti, se il MacBook Air da 11″ era configurato di fabbrica con un SSD da 512 GB, includeva già lo stesso drive Gen. 4A presente in altri computer Apple dell’epoca.
Il MacBook Air da 13 pollici utilizzava le stesse unità Gen. 4A del resto delle linee di prodotti Apple, ma non supportava la connessione PCIe 3.0 di cui erano capaci le unità più recenti.
Nonostante la mancanza del supporto PCIe 3.0, la versione di inizio 2015 registrava ancora velocità di lettura/scrittura superiori del 90-120% rispetto ai modelli 2013/2014.
Le stesse unità Gen. 4A sono state utilizzate anche nella versione più recente del 2017.
Come i laptop MacBook Air prima di loro, i MacBook Air di inizio 2015 – metà 2017 non hanno lo spazio fisico per accettare gli SSD da 1 TB che hanno struttura più larga, e sono quindi limitati alle opzioni da 128 GB, 256 GB e 512 GB.
Note:
Anche su questi Mac è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard sul canale PCIe.
MacBook Pro (Early 2015 – Mid 2015)
Anche le versioni 2015 dei portatili MacBook Pro erano aggiornamenti relativamente minori, ma ancora una volta gli SSD hanno portato un enorme aumento di velocità, specialmente per il modello A1398 da 15″.
Sia i computer da 13″ che da 15″ supportano l’intera gamma di capacità delle unità e supportano connessioni a quattro canali, ma il MacBook Pro da 15″ supporta anche PCIe 3.0.
Sia i MacBook Pro da 13″ che da 15″ supportano entrambi il protocollo NVMe, tuttavia l’aggiornamento agli SSD Gen. 5 può portare solo un modesto aumento di velocità al modello A1502 da 13″, mentre il modello A1398 da 15″, con la sua connessione PCIe 3.0, permette un incremento di velocità notevole infatti la lettura aumenta di circa 40% mentre la velocità di scrittura può aumentare anche del 60%.
Note:
Anche su questi Mac è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard sul canale PCIe. Trovate un articolo di upgrade MacBook Pro 15 QUI.
iMac (Late 2015)
Gli iMac di fine 2015 vedono molte delle stesse caratteristiche riscontrate nelle versioni precedenti di iMac.
L’iMac da 21,5″ ha infatti un connettore PCIe sulla scheda madre, ma solo se il computer è stato originariamente configurato con un Fusion Drive oppure un SSD autonomo (Flash Disk).
Con grande sorpresa però in questo caso, il Fusion Drive da 1 TB ora include un SSD di soli 24 GB abbinato allo stesso HDD SATA da 1 TB e continuava a offrire un’opzione per un SSD singolo da 256 GB.
Anche l’iMac da 27 pollici è disponibile con Fusion Drive da 1 TB con incluso il piccolo SSD da 24 GB, ma i Fusion Drive da 2 TB e 3 TB sono invece abbinati alle unità SSD con capacità da 128 GB.
Sugli iMac da 27″ continua inoltre l’opzione di SSD standalone da 256 GB, 512 GB oppure 1 TB.
Potresti aver notato che fino a quel momento non esisteva un’opzione SSD da 24 GB e, oltre a introdurre una nuova capacità, l’SSD PCIe 3.0 x4 da 24 GB è stato anche il primo SSD NVMe rimovibile di Apple.
Un’altra stranezza interessante dell’unità da 24 GB è che in realtà è designata come unità da 32 GB sull’etichetta, con il 25% dello spazio disponibile riservato e inutilizzabile per l’utente.
Tutti gli SSD hanno una parte della loro capacità riservata per sostituire i blocchi danneggiati che sono diventati inaffidabili con il tempo; un naturale logoramento delle unità che si verifica durante il processo di scrittura.
Riservare un quarto della capacità di un’unità è molto insolito, ma considerando che l’unità è progettata per fungere da cache per Fusion Drive e probabilmente subirà molta usura, è assolutamente logico che un ampio segmento dell’unità venga allocato per sostituire le sezioni usurate.
Sfortunatamente, questa è l’unica unità NVMe disponibile durante questo periodo e gli SSD NVMe non si sono diffusi nella gamma Apple fino alla quinta generazione.
Tutti gli SSD presenti negli iMac di fine 2015 sono della nuova varietà PCIe 3.0 x4, ma il 21.5 A1418 supporta solo una connessione PCIe 2.0 x4.
L’iMac 2015 da 27″, d’altra parte, è l’unico dispositivo oltre al MacBook Pro da 15″ a supportare una connessione PCIe 3.0 x4.
Entrambi gli iMac 21.5 e 27 supportano tuttavia il protocollo NVMe e possono essere aggiornati ai successivi SSD Gen. 5 per un grande aumento di velocità.
Note:
Anche su questi iMac è possibile effettuare upgrade dei dischi Blade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard sul canale PCIe.
Generazione 5
La quinta generazione di SSD Apple ha introdotto alcuni importanti cambiamenti.
Sul fronte delle prestazioni, tutti gli SSD Gen. 5 supportano il protocollo NVMe e, i dispositivi che includevano queste unità, supportano tutti le connessioni PCIe 3.0 x4 NVMe.
Questi due cambiamenti hanno fatto sì che non solo i dischi Gen. 5 siano un po’ più veloci, ma che tutti i computer Apple di quest’epoca siano stati in grado di trarne tutti i vantaggi.
La Gen. 5 ha visto anche modifiche al form factor, ora con due distinti tipi di SSD.
Le unità Gen. 5A utilizzavano un fattore di forma completamente nuovo, significativamente più piccolo, nonché un nuovo connettore da 22+34 pin.
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Gli SSD Gen. 5B continuano a utilizzare il connettore a 12+16 pin presente nelle unità Gen. 3 e Gen. 4 e hanno lo stesso fattore di forma presente nelle unità Gen. 3B e Gen. 4B da 1 TB.
Nonostante il connettore più grande sull’unità Gen. 5A, che si potrebbe supporre possa fornire maggiore throughput e prestazioni, le unità Gen. 5B hanno velocità di lettura/scrittura superiori, raggiungendo un’enorme velocità (per l’epoca) di lettura pari a ~2.700 MB/s e ~2.350 MB/s di velocità di scrittura.
La linea di generazione 5B non ha portato solo enormi aumenti di velocità, ma ha introdotto anche un notevole aumento di capacità con il primo SSD rimovibile da 2 TB di Apple.
Sebbene la lunghezza e la larghezza siano le stesse dell’SSD Gen. 5B da 128 GB, l’SSD da 2 TB ha raddoppiato la capacità di archiviazione massima disponibile in un SSD blade Apple e, poiché il connettore e il fattore di forma sono rimasti coerenti con le generazioni precedenti, l’unità da 2 TB rappresenta la soluzione ideale.
l’unità OEM più grande e più veloce che può essere utilizzata per aggiornare i dispositivi Apple risalenti al 2013.
MacBook Pro (Late 2016 – Mid 2017)
A partire dalla versione di fine 2016, Apple ha iniziato a rilasciare tre versioni del suo laptop MacBook Pro:
- MacBook Pro 15″ modello A1707 con TouchBar;
- MacBook Pro 13″ modello A1706 con TouchBar;
- MacBook Pro 13″ modello A1708 senza TouchBar.
La versione da 13″ senza TouchBar è l’unica ad avere un SSD rimovibile.
Tutti i laptop MacBook Pro con Touch Bar condividono lo stesso SSD PCIe 3.0 x4 NVMe, ma l’SSD è saldato alla scheda logica e non è rimovibile | sostituibile.
L’unico modo per aggiornare lo spazio di archiviazione sul MacBook Pro con Touch Bar è sostituire l’intera scheda logica.
Il MacBook Pro 13″ che dispone di un SSD rimovibile utilizza un SSD Gen. 5A e le versioni di fine 2016 e metà 2017 sono gli unici due computer a supportare queste unità.
Il MacBook Pro di fine 2016 offriva la scelta tra un singolo SSD da 256 GB, 512 GB o 1 TB, mentre la versione di metà 2017 ha introdotto anche un’opzione da 128 GB e, sebbene quasi tutte le unità siano compatibili sia con le versioni 2016 che 2017, esistono alcune eccezioni.
Dopo test approfonditi con ogni unità Gen. 5A su cui abbiamo potuto mettere le mani, sembra che gli SSD da 128 GB con codici che iniziano con 656-0074 e gli SSD da 256 GB con codici che iniziano con 656-0076 sono compatibili solo con i laptop modello A1708 della serie uscita a metà 2017.
Purtroppo questo MacBook è stato l’ultimo laptop prodotto da Apple con un disco rimovibile e di fatto sostituibile dall’utente.
Note:
Anche su questi Mac è possibile effettuare upgrade usando adattatori M.2 e dischi M.2 standard o dischi creati ad-hoc. Trovate un articolo di upgrade MacBook Pro 13 2016|2017 senza touchbar QUI.
Altre Generazioni
Successivamente presento altri casi di dispositivi con supporti rimovibili ma di cui non sempre Apple ha fornito indicazioni sul possibile upgrade.
iMac Pro (2017)
L’iMac Pro con display da 27″ è stato venduto da Apple nel 2017: questo iMac, siglato A1862, dispone di due dischi SSD in RAID e veniva venduto in diverse configurazioni di SSD tra cui: 1 TB, 2 TB o 4TB sempre distribuiti su 2 dischi estraibili.
I dischi sono, almeno nella versione da 1TB, composti da due moduli da 512GB siglati 656-0061A e basati su PCIe | NVMe e hanno un formato 23+12 pin.
Purtroppo malgrado la coppia di Dischi Flash sia estraibile, non sembra sia possibile effettuare un upgrade con la semplice sostituzione della coppia di dischi, a causa del chip di sicurezza che Apple ha implementato a partire proprio da questo modello di iMac.
L’iMac Pro infatti è il primo modello ad essere dotato del coprocessore di sicurezza T2 di Apple, e ciò si traduce in un’unità a stato solido non sostituibile dall’utente, poiché i moduli SSD sono accoppiati con il chip T2 mediante crittografia.
Non si sa in effetti se sia possibile sostituire i due dischi di origine con modelli identici, sempre Apple, ma di capacità superiore, per poi effettuare un restore in modalità DFU, ad esempio con il software Apple Configurator 2: è un test che non abbiamo ancora effettuato in laboratorio.
Sui Mac Pro 2023 usciti successivamente, con CPU M2 Ultra, Apple addirittura fornisce info e Kit di aggiornamento (vedere apposito paragrafo): su iMac Pro invece non ci sono informazioni utili.
Tuttavia c’è da considerare che, anche se lo scambio dei due dischi dovesse funzionare, potrebbe non essere un upgrade conveniente, per il fatto che questi supporti non sono standard, hanno connettori proprietari e sono di difficile reperibilità sul mercato.
Inoltre per accedere all’interno dell’iMac Pro bisogna necessariamente smontare lo schermo e non è un intervento facile né esente da rischi di rotture.
Nel momento in cui scrivo questo articolo non ci sono aggiornamenti positivi in merito ad upgrade su iMac pro, né su dischi venduti da aziende terzi come prodotti after-market.
Mac Pro 2019 e 2023
Il Mac Pro del 2019, siglato A1991 per la più diffusa versione Tower e siglato A2304 per la versione Rack ed i Mac Pro 2023 siglato A2786 per la versione Tower o A2787 per la versione Rack, dispongono sia di una coppia SSD estraibili in RAID che di porte SATA 6GB per l’installazione di ulteriori dischi.
La coppia di SSD è sostituibile poiché Apple fornisce anche indicazioni su come allineare il controller con gli SSD, usando il software Apple Configurator. Maggiori info QUI.
Inoltre sono in vendita, a prezzi elevati, anche Kit di moduli fino a 8TB, sempre in coppia:
Per la sua natura, questo modello è estremamente espandibile: appena possibile fornirò ulteriori informazioni in merito a queste versioni.
Mac Studio 2022 e 2023
Il Mac Studio è un dispositivo interessante: compatto quasi come un Mac Mini ma estremamente potente.
La versione 2022 è siglata A2615 mentre la 2023 ha sigla A2901: le due versioni differiscono principalmente per la classe di CPU M1/M2, ma sono sostanzialmente le stesse macchine.
Purtroppo Apple non ha previsto espandibilità per questi modelli anche se sono presenti 2 slot particolari.
Al suo interno infatti il Mac Studio dispone di due slot per SSD: nel nostro caso c’era un solo disco, come si può vedere dalla prossima foto:
Rimuovo l’unità disco per osservarla meglio..
Ecco l’unità presente nel Mac Studio che abbiamo smontato:
L’unità è siglata 656-0144 e come da foto monta solo due chip Nand.
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Si possono upgradare i dischi di un Mac Studio?
Se vi state chiedendo se è possibile effettuare un upgrade SSD su un Mac Studio… la risposta è.. NI.
Malgrado ci siano infatti 2 slot, probabilmente usati da configurazioni superiori alla nostra (il nostro Mac Studio monta solo 512GB di SSD), osservando la schedina noto che su di essa ci sono soltanto le NAND e manca il solito terzo chip, cioè il controller.
Indagando, ho infatti scoperto che Apple non ha mai previsto la possibilità di effettuare un upgrade di disco, neanche a pagamento: non è assolutamente un blocco software (come alcuni hanno ipotizzato) ma è un limite della struttura hardware all’avanguardia di questi dispositivi.
Il limite è infatti proprio la caratteristica che rende super performante questi Mac Studio: il controller infatti è nel chip SoC Apple Silicon.
Apple ha infatti montato su questi supporti rimovibili soltanto i moduli di memoria NAND, ossia i chip che contengono lo spazio di memoria ed i dati grezzi: tutta la parte logica, quella che costituisce un disco storage e quindi i controller, le cache e tutto il resto, sono integrate direttamente nei chip ARM di Apple.
Questo offre grandi vantaggi in efficienza, sicurezza, velocità, consumo energetico… ma nulla che possa rendere il dispositivo aggiornabile lato SSD.
In teoria Apple potrebbe permettere la sostituzione di queste schedine NAND ed un allineamento del controller da parte dei centri assistenza..
La buona notizia è che nel momento in cui scrivo questo articolo (Agosto 2024) qualcosa si sta muovendo.
In pratica qualcuno (Gilles di Polysoft Services) ha deciso di produrre in casa due schedine custom, su cui poi saldare delle NAND per ottenere così un upgrade fino ad 8TB: appena saranno disponibili potremmo proporre anche noi questo servizio.
Probabilmente le produrranno anche con NAND già saldate: questione di tempo: in merito a questo, c’è un video di DOSDUDE con qualche anticipazione, lo trovate QUI.
Crediti:
- Beetstech;
- Hector Martin (di Asahi Linux);
- Dosdude;
- appleinsider.com