Recupero dati Apple Fusion Drive HDD & SSD

Qualche anno fa Apple, nel tentativo di trovare un compromesso tra costi, capacità di memorizzazione e prestazioni migliori rispetto al tradizionale HDD (disco meccanico), ha lanciato il Fusion Drive, una combinazione tra un disco rigido (HDD) ed uno a stato solido (SSD).

L’obiettivo era sfruttare il meglio di due mondi, ovvero il moderno flash disk che memorizza i dati su velocissimi chip di memoria (NAND) e gestiti da un chip controllore (Controller) ed un normale storage su disco rotante, lento ma affidabile.

Tuttavia, i sostanziali aumenti delle prestazioni forniti da questa soluzione Fusion, sono talvolta accompagnati da vari problemi che inevitabilmente comportano la perdita di dati e la necessità di un loro recupero, in caso di anomalie.

Vediamo di spiegare le peculiarità di questa tecnologia e suggerire alcune tecniche che possono essere applicate per recuperare i dati persi in caso di Fusion Disk.

Apparso per la prima volta nel vecchio sistema operativo Mountain Lion rilasciato alla fine del 2012, lo si trova in genere configurato su due computer desktop Apple: iMac e Mac Mini con macOS 10.8 e versioni successive.

Fusion Drive è il sistema intelligente di gestione automatica dei dati di Apple, che integra due diversi media digitali: un tradizionale HDD rotante ed un dispositivo di archiviazione non volatile basato sulla tecnologia SSD.

Questi funzionano come un’unica unità logica, e vengono presentati come un unico volume all’utente finale nel Finder, che quindi non si accorge di nessuna particolare configurazione, rilevando a tutti gli effetti un solo disco.

Analogamente ad un RAID 0, in cui i dati sono suddivisi tra le unità dell’array, i dati su tale storage vengono distribuiti tra i due componenti del sistema, con una differenza fondamentale: lo spazio di storage può essere riallocato dinamicamente, in base alla frequenza di utilizzo dei dati per ottenere massime prestazioni: quindi i file a cui si accede più frequentemente insieme ai file di sistema risiedono sull’unità flash più veloce, mentre quelli utilizzati raramente vengono spostati sul capiente HDD.

Di conseguenza, il sistema può avviarsi più velocemente e anche il tempo di avvio delle applicazioni utilizzate viene ridotto drasticamente.

In sostanza, la tecnologia si basa sul concetto di archiviazione automatizzata che implica la migrazione dei dati tra diversi dispositivi di archiviazione collegati allo stesso dispositivo: l’implementazione di questa ‘unione’ logica è esclusivamente software.

L’unico componente software su cui fa affidamento è un gestore di volumi logici chiamato CoreStorage.

CoreStorage funge da ulteriore livello di astrazione tra le unità/partizioni di macOS e Mac che sono organizzate in gruppi di volumi logici, invece di essere consegnate direttamente al sistema operativo.

Il Fusion Drive è fondamentalmente un gruppo di volumi logici costituito da un disco rigido ed un’unità a stato solido.

Come già accennato, il sistema è composto da due unità individuali: un disco rigido e uno a stato solido.

La capacità totale di tale memoria è pari alla somma della capacità di entrambi i dischi.

La configurazione tipica è solitamente simile al seguente esempio:

/dev/disk0 – corrispondente ad un SSD fisico incorporato in un gruppo di volumi logici;

/dev/disk1 – corrispondente ad un HDD fisico incorporato in un gruppo di volumi logici;

/dev/disk2 – un volume logico che include sia disk0 che disk1.

Di solito sia disk0 che disk1 sono costituiti da almeno 3 partizioni: una piccola partizione EFI di servizio all’inizio del disco, una grande partizione dati Fusion Drive al centro del disco ed una partizione di configurazione del sistema macOS alla fine del disco.

Ecc0 un esempio di coppia di dischi SSD + meccanico presente in alcuni iMac:

Una classica combinazione di dischi in Fusion sugli iMac 2012-2020
Una classica combinazione di dischi in Fusion sugli iMac 2012-2020

In questo caso per recuperare i dati dalla coppia di dischi non basta purtroppo collegare ogni singolo disco ad un adattatore o ad un Mac: bisogna creare un’immagine del disco logico, che si basa su entrambi i dischi.

In generale quindi il recupero dati di un Fusion Drive non è possibile effettuarlo con metodi classici e casarecci, ma occorrono competenze specifiche e hardware professionali, come quelli disponibili nel nostro laboratorio.

fusion drive creato su iMac 27
Ecco come appare, su un iMac 27, la schermata di Utility Disco in presenza di un Fusion Drive

Offrendo la velocità e l’avvio istantaneo di un SSD e lo spazio di archiviazione economico di un HDD, Fusion Drive garantisce che i tempi di lettura e scrittura per i dati utilizzati di frequente siano i più brevi possibile.

Tuttavia, questa tecnologia presenta anche alcuni svantaggi che dovrebbero essere considerati: il primo è che un set formato da due dischi di diversa natura non può essere veloce come un SSD puro, soprattutto quando si lavora con file più vecchi; inoltre il Fusion Drive è supportato ufficialmente solo da alcuni modelli iMac e Mac Mini.

Lo svantaggio più grande è però l’affidabilità: la configurazione formata da un unione logica di due dischi – a differenza di un Raid – aumenta significativamente le possibilità di perdita totale dei dati, nel caso in cui una delle unità venga accidentalmente disconnessa o dovesse guastarsi.

Proprio come qualsiasi dispositivo di archiviazione, un Fusion Drive potrebbe riscontrare problemi durante il funzionamento e perdere dati utente critici.

Oltre alle tipiche situazioni di perdita di dati, in cui la perdita di dati è causata da un’errata cancellazione di file o formattazione involontaria dell’archiviazione, tra i problemi più comuni riscontrati nei Fusion ci sono:

In questo caso i dischi vengono logicamente scollegati e non funzionano più come un unico Fusion Drive, rendendo inutilizzabili i dati in esso contenuti. Ciò potrebbe essere causato dall’uso improprio degli strumenti di gestione del disco, da un problema software o dalla sostituzione di una delle unità.

Di norma, questo problema si verifica quando l’SSD o l’HDD si guastano. Il componente HDD è di norma più soggetto a guasti improvvisi, mentre quello SDD di solito si guasta gradualmente e fornisce avvisi, come errori di scrittura, notifiche SMART, ecc.

Ma la particolarità (negativa) del Fusion Drive è che anche se solo una delle unità si guasta, l’intero l’unità di archiviazione diventa inutilizzabile e non si avvia più, lasciando illeggibili i dati sull’unità intatta.

Potrebbero esserci diverse ragioni che causano questo problema, dalla corruzione del filesystem dovuta a un’improvvisa interruzione di corrente o ad un malfunzionamento di qualche software, oppure all’uso errato delle utilità di gestione del disco.

I tentativi di riparare settori danneggiati o risolvere problemi di corruzione utilizzando Utility Disco, possono in questo caso generare gravi danni logici e portare ad una perdita irreversibile di dati.

Pertanto, i dati importanti dovrebbero essere recuperati prima della procedura di riparazione o ripristino disco e per farlo, in genere, occorre un laboratorio come il nostro, provvisto di Clean Room (Camera Bianca).

I dati su Fusion Drive sono distribuiti sui due dischi senza essere duplicati e sono ampiamente frammentati.

Una parte dei blocchi di metadati necessari per la sua corretta lettura è memorizzata solo sull’SSD e l’altra parte sull’HDD, quindi lavorare con esso senza un adeguato indice di archiviazione oppure quando manca uno dei componenti, non darà risultati sperati e il recupero dati sarà davvero complesso da portare a termine, poiché diventa difficile raggruppare ed unire tutti i pezzi di dati frammentati.

Inoltre, quasi tutti i metadati del file system sono archiviati sulla parte SSD, senza la quale è impossibile creare correttamente un albero di file e directory.

Infine, per complicare ulteriormente il recupero, almeno una copia dell’area dei blocchi crittografati deve essere decrittografata con successo con le chiavi di decrittografia, archiviate all’interno dell’intestazione del volume.

Di conseguenza, il guasto totale di una delle unità o un grave danno ai metadati non lasciano grosse possibilità di recupero dei dati con gli approcci tradizionali: il recupero va effettuato da professionisti.

In altri casi, i file persi possono essere ripristinati utilizzando uno dei seguenti approcci:

I problemi fisici con le unità disco non sempre possono essere gestiti tramite software, ma alcuni problemi possono essere risolti se entrambe le unità ci vengono consegnate per un recupero dati professionale: per il disco meccanico abbiamo camera bianca, mentre per il disco SSD possiamo intervenire con chip-off e lettura della Nand o comunque possiamo provare una riparazione elettronica se la causa dell’anomalia è la scheda madre danneggiata.

recupero dati hard disk sostituzione testine camera bianca
Un disco meccanico durante alcune fasi di recupero in Camera Bianca
chip off recupero dati SSD
Un esempio di Chip Off su una piccola scheda madre

In caso di problemi logici, lo spazio di archiviazione può essere quindi ricostruito con il nostro servizio di recupero dati: chiedici un preventivo! 393.593.35.22 assistenza@informaticanapoli.com

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